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Categoria principale | Industria Manifattura e Artigianato |
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Ambito culturale | ambito italiano |
Periodo | sec. XIX |
Anni | 1800 - 1899 |
Numero inventario | 3681 |
Collocazione | primo piano, sezione orologeria, Bottega del Bertolla |
Altezza | 22 cm |
Larghezza | 26 cm |
Lunghezza | 16 cm |
Peso | 1,5 kg |
Materiali | ferro, legno, ottone, tessuto |
Acquisizione | Boselli-MI |
Macchina "pour arrondir" a contropunte verticali. Struttura principalmente di ottone, e rari inserti di ferro, retta da albero verticale con fusto e base a sezione circolare. Il sostegno č a sua volta fissato su piattaforma rettangolare di legno. Fresa e solidale puleggia azionate da volano mosso mediante pomolo ligneo fissato all'estremitą esterna di uno dei raggi, che sono ricavati da lamina piatta e hanno andamento curvilineo. Il volano č a sua volta fermato su braccio munito di cursore- regolatore di distanza. Viti con testa circolare leggermente bombata, con profilo zigrinato a rigatura incisa obliqua. Il supporto ligneo quadrangolare che regge la struttura ha il piano superiore e la base modanati e aggettanti sul profilo. Č dotato di cassetto apribile con pomolo ligneo tornito posto sul fronte. All'interno corredo di frese posizionate nei rispettivi alloggiamenti.
La macchina "pour arrondir" (per arrotondare); consentiva di dare forma ogivale ai denti ancora grezzi delle ruote. Secondo alcuni studiosi della materia tuttavia, la "arrondir", nonostante fosse predisposta anche per tale utilizzo, non sarebbe specificatamente servita per "formare le ogive" - funzione del resto gią assolta dalla macchina "į raboter " (per piallare; per ogivare) - ma per sistemare i difetti di centratura delle ruote sul proprio asse. In assenza di pezzi di ricambio infatti, disponibili a partire dal 1930 circa, si dovevano riutilizzare, e dunque necessariamente riparare, le ruote logorate e fuori forma. La macchina "į raboter", che compare a partire dalla seconda metą del settecento, secondo alcuni studiosi della materia troverebbe la sua "evoluzione" nella diffusissima macchina "pour arrondir" (per arrotondare), sin dai primi decenni del novecento ampiamente utilizzata nei laboratori dei riparatori.
Selezionata una fresa dal corredo a disposizione, si montava l'asse della ruota tra le contropunte, e su una di esse si poneva un supporto di diametro tale per cui fuoriuscissero solo i denti della ruota. Sull'albero con puleggia era fissata la fresa, azionata dalla gran ruota dentata munita di manovella. La sezione della fresa a disco, di forma semicircolare, riempiva esattamente l'incavo tra i denti, tuttavia dotati di bordi arcuati e taglienti, utili a creare le ogive. La macchina pour arrondir aveva inoltre duplice funzione, rendeva infatti concentrica all'asse, sulla quale era montata la ruota, la circonferenza espressa dalla dentatura.
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